Ogni anni si verificano circa 4,5 milioni di incidenti domestici, di cui 8 mila mortali.

Soltanto il 26% degli italiani è pienamente conscio del fatto che anche una piccola distrazione può portare alla rottura di un vetro, con le sue pericolose conseguenze annesse.

Leggendo questi dati è evidente quanto il fenomeno sia altamente sottovalutato e ne deriva l’evidenza di come installare vetri di qualità, con elevata resistenza all’impatto, spesso sia una questione che ne va della salute fisica di noi stessi e/o dei nostri cari.

IL VETRO STRATIFICATO, COS’È?

La sua trasparenza ed eleganza fanno del vetro uno dei materiali di più ampio utilizzo, sia nelle nuove realizzazioni che nelle ristrutturazioni: diventa quindi importante affiancare a queste qualità estetiche delle caratteristiche di resistenza agli urti che ne garantiscano la sicurezza. Infatti passeggiando per le città non di rado vediamo locali con pareti quasi interamente in vetro o ampie vetrine con oggetti di valore in esposizione, per non parlare delle banche che impiegano questo materiale nelle proprie strutture proprio per la sua eleganza.

Il vetro Stratificato è un vetro composto da due o più lastre unite tra loro con del materiale polimerico, il PVB (Polivinilbutirrale), che permette al vetro di mantenere la trasparenza e l’elasticità.

Un ulteriore qualità riguarda il caso di rottura del vetro, infatti in questo caso i vetri stratificati restano attaccati alla lamina rimanendo così nella loro installazione fino alla successiva sostituzione. Un esempio pratico è la rottura del vetro del parabrezza dell’automobile che, anche se rotto, non va in frantumi ma resta nella propria posizione. Infatti proprio aumentando il numero di strati la lastra di vetro aumenta la propria resistenza. Ad esempio i vetri antiproiettile sono formati da alcuni strati e hanno uno spessore variabile da 19 a 76 mm. Invece un tipo di vetro stratificato in uso presso abitazioni residenziali ha uno spessore complessivo attorno ai 5 mm.

LA NORMATIVA SULLA SICUREZZA DEI VETRI

Proprio con l’obiettivo di garantire la sicurezza il legislatore si è adoperato per regolamentare il comparto con norme apposite.

Questa norma consente di stabilire il rischio derivante da ogni applicazione, la classe prestazionale (1B1, 2B2, 1C3, ecc….) e la tipologia di vetro da impiegare. In particolare la norma indica quali tipi di vetrate sono a rischio per la sicurezza (ACCESSIBILI e NON PROTETTE) e quali tipi di vetro si devono impiegare (Stratificato di sicurezza “Rottura tipo B UNI EN 12600” o Temprato di sicurezza “Rottura tipo C UNI EN 12600”)

  • Norma UNI EN 12600
    Regolamenta la fattispecie di azioni e sollecitazioni agenti sulla vetrata installata. In riferimento a questa norma viene effettuata la prova del pendolo per valutare i requisiti di resistenza e le modalità di rottura del vetro.
  • Norma UNI EN 356
    In questo caso la norma regolamenta e definisce i requisiti necessari con riferimento alla resistenza del vetro all’attacco manuale, viene quindi testata la resistenza del vetro all’impatto con una sfera d’acciaio, mazza e ascia.
  • Norma UNI EN 1063
    La norma in questione infine regolamenta la resistenza del vetro ai proiettili e proprio per questo viene testata la resistenza del vetro sparando con pistole e fucili.
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